Una cosa si può dire di sicuro, su Morgan Spurlock: è uno che ci mette la faccia. Se ti vuole spiegare una cosa, non si limita a dirtela, ma si mette dentro alla situazione e ti racconta come ci si vive. Perciò, se Morgan Spurlock vuole farci vedere quali sono gli effetti dei fast food sulla salute e, di riflesso, sulla società, Morgan Spurlock non si limita a raccontarci la storia ma decide di mangiare per 30 giorni, pranzo, cena e colazione, solo da McDonald’s. Perciò lo spettatore segue passo passo tutti gli effetti che questa dieta ha sul suo fisico. E impara anche perché, per molti americani, il cibo spazzatura è l’unica possibilità di ottenere un nutrimento a un prezzo accessibile, e gli effetti devastanti che questa situazione ha sulla popolazione.
Quello che viene fuori è che la società americana è malata, che il cibo è una delle cause della malattia e che è quasi impossibile evitare di cadere vittima di questa situazione visto che il cibo servito nelle scuole è equivalente a quello di McDonald’s. Quello che capisco io è che qui in Italia siamo messi un po’ (non molto) meglio che negli Stati Uniti, visto che almeno nelle scuole c’è un minimo di attenzione in più e che la nostra dieta di base è più sana di quella degli americani, ma il problema culturale esiste anche da noi. Non è questione di essere dei gastrofighetti per capire che è necessaria almeno un po’ di attenzione nella scelta di cosa si mangia e che, se s mangia male (o malissimo, come Spurlock nel film) gli effetti possono essere devastanti non solo sul fisico ma anche sull’umore e sulla personalità. Detto questo, penso che anche mangiare solo bucatini all’amatriciana sia dannoso e che Super Size Me sia un film istruttivo, a tratti anche divertente (Spurlock è sempre ironico e graffiante) e da vedere. Capirete un bel po’ di cose su come funziona il mondo di oggi. E vi verrà voglia di mangiare qualcosa di buone e ben cucinato, almeno per un po’.