Un tempo ero in una band. Cantavo. Di solito provavamo in una sala prova nota come “Er Teschio” (che grazie a Google scopro avere addirittura una pagina MySpace), con due salette prove di tre metri per quattro scavate dentro la roccia praticamente viva del colle del Quirinale. In cinque lì dentro, con gli amplificatori a palla, si sudava e produceva musica abbastanza pessima. La cosa divertente era appendere un vecchio registratore a cassette alla rete che copriva l’insonorizzazione sul soffitto e premere REC, per poter riascoltare a mente fredda la session. Di solito il risultato era abbastanza esilarante, con punte di elevato trash (non inteso come genere musicale).
Tutto questo per dire che il disco di Lou Reed e dei Metallica, che potenzialmente poteva essere decisamente interessante, a un primo ascolto sembra la versione 2011 delle cassetta nel registratore appeso in mezzo alla sala prove. Ne ho ascoltato metà, perciò mi riservo il diritto di cambiare radicalmente idea se il finale si rivelasse sorprendente, ma finora il risultato mi pare abbastanza imbarazzante. Lou Reed canta a caso sulle basi che i quattro metallari suonano, come se stessero provando e avessero deciso di pubblicare le prove. E io mi rendo conto che la differenza tra i Metalmeccanica e i professionisti è che noi ci risentivamo le cassette e ci ammazzavamo dalle risate, loro ci pubblicano i dischi e (presumibilmente) ci fanno dei soldi sopra.
Oppure è un capolavoro assoluto e io non sono in grado di capirlo (cosa che è sempre possibile).
UPDATE 27/10: a quanto pare anche bastonate è d’accordo con me.