Nel 1991 avevo 15 anni e in TV c’era un canale chiamato Videomusic, che era – fin nel logo – la versione italiana di MTV. Trasmetteva video musicali 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non c’erano serie, film, reality show. Solo video musicali.
Alle 9 di sera, tutte le sere, c’era una trasmissione chiamata On the air. La conduceva Larry Bolognesi, una delle maggiori influenze nella mia educazione musicale. Ci passava tanta musica che oggi non troverebbe spazio in TV a quell’ora, e forse a nessuna ora. Ci passava musica rock, indie, rap, ma non solo quello di cassetta. Ci passavano U2, Guns n’ Roses e Bryan Adams, ovviamente. Ci passavano i Nirvana, che proprio in quell’anno cambiarono tutto con quattro accordi. Ma ci passavano anche i Ride, i Sonic Youth, gli Arrested Development.
E ci passavano i Levellers.
È il 1647 e in Inghilterra infuria la Guerra Civile. All’interno della New Model Army, l’esercito che, guidato da Oliver Cromwell, riuscirà a deporre, mettere sotto processo e infine condannare a morte il re Carlo I, emerge un movimento che avrà una vita breve ma intensa.
John Lilburne, Richard Overton, and William Walwyn sono i membri più eminenti di questo gruppo, che produrrà una rivista intitolata The Moderate, diversi pamphlet e avrà un seguito abbastanza robusto tra i soldati dell’esercito repubblicano. Si fanno chiamare Agitators, ma il nome con cui passeranno alla storia è un altro. Sono i Levellers.
Non hanno una linea politica definita, almeno all’inizio, ma con il tempo le loro richieste si fanno molto più precise. Quella per cui sono passati alla storia è la richiesta di un suffragio pressoché universale per tutti gli uomini inglesi.
Il 27 aprile 1649, Robert Lockyer, un membro di questo gruppo, che si era rifiutato insieme ad altri di combattere in Irlanda fino a quando la piattaforma politica dei Levellers non fosse stata accettata in toto, viene impiccato dopo essere stato arrestato insieme ad altri 14 compagni. Ai suoi funerali parteciperanno migliaia di persone.
È da questo gruppo, decisamente in anticipo sui tempi rispetto alla storia, anche in un paese che è sempre stato un passo avanti rispetto al resto d’Europa per quel che riguarda i diritti umani, che prende il nome la band che abbiamo appena ascoltato.
Una band che non ha mai nascosto le sue posizioni, che è sempre stato schierato e che nei suoi testi scriveva le A maiuscole in un cerchio.
Il contesto storico e politico è profondamente diverso da quello della Prima Guerra Civile. Sono gli anni della Thatcher, gli anni in cui, sull’onda delle teorie economiche dei Chicago Boys di Milton Friedman, viene smantellato lo stato sociale e il sistema dei diritti in Inghilterra, in cui lo sciopero dei minatori viene represso con la forza.
In cui il 1 giugno 1985 un convoglio di viaggiatori New Age, il Peace Convoy, che vivevano sulla strada ed erano diretti a Stonehenge per un festival, viene bloccato dalla polizia a poche miglia dal sito storico e viene caricato senza alcuna pietà. I racconti parlano di un attacco indiscriminato in cui vennero coinvolti anche bambini e donne incinte sulla base di prove, che alcuni giornali dell’epoca definirono false, di un presunto possesso di bottiglie incendiarie e oggetti contundenti.
È la Battle of the beanfield.
Levelling the Land, l’album da cui sono tratte queste due canzoni, ha un posto centrale nella mia discografia. I motivi sono principalmente due: il primo è la perfetta fusione tra rock e folk, in cui i violini e le chitarre elettriche convivono creando una fusione più potente della somma delle singole parti e in cui qualcuno canta cose con cui eri d’accordo usando il linguaggio che ti piaceva di più.
Il secondo è il fatto che all’epoca, trovare un disco come questo non era automatico. È una banalità, ma negli anni ’90 il mercato musicale era completamente diverso da ora e trovare un disco non mainstream richiedeva una certa dose di impegno.
Rinascita era la controparte della libreria che occupava il piano terra del palazzo di Via delle Botteghe Oscure dove aveva sede il Partito Comunista Italiano, che in quegli anni era da poco diventato PDS. Non era un negozio enorme, ma la qualità dell’offerta compensava ampiamente le dimensioni ridotte. Nel centro del negozio, vicino alla cassa, c’era l’espositore con la dicitura Alternative, da cui ho pescato spesso e volentieri. I ragazzi che lavoravano lì consigliavano sempre ottima musica, come quella dei Jesus and Mary Chain.
Oggi il PDS ha cambiato nome diverse volte e non ha più sede al Bottegone e Rinascita non esiste più. Per un periodo, i locali della libreria sono stati occupati dalla redazione di un giornale e oggi sono un supermercato. Il negozio di dischi è vuoto da anni.
Il 1 febbraio 1995, Richey Edwards, 27 anni, esce da un albergo a Londra, diretto verso casa sua a Cardiff, in Galles. Ha in tasca 2.800 sterline, ritirate dal suo conto in banca nelle due settimane precedenti. Da quel momento di lui si perdono le tracce. La sua macchina viene ritrovata due settimane dopo in una stazione di servizio vicino al Severn Bridge, un luogo famoso per i suicidi. Una settimana prima, un tassista dice di averlo portato in giro nella zona, passando anche vicino alla casa dove Edwards è cresciuto. Nei mesi successivi viene avvistato a Goa, a Fuerteventura, a Lanzarote e in altri luoghi, ma la realtà è che, da quel 1 febbraio, di Richey Edwards non si hanno più notizie.
Non è una storia strana. Ci sono tante persone che scompaiono ogni giorno. La particolarità di questa storia è che Richey Edwards suona la chitarra ritmica e collabora alla composizione dei testi di un gruppo rock abbastanza conosciuto, che in quel momento aveva pubblicato due album con un certo successo di pubblico e critica, i Manic Street Preachers.
Wikipedia include Richey Edwards nel 27 Club, il gruppo che racchiude i tanti musicisti morti a 27 anni, anche se, tecnicamente, Edwards è solo scomparso e, tuttora, è ufficialmente “presunto morto” dal 2008.
Un evento del genere potrebbe avere un effetto devastante per una band. Oltre a perdere una forza creativa fondamentale si perde un amico senza possibilità di elaborare il trauma.
I restanti membri dei Manic Street Preachers decidono di andare avanti e, anzi, sembrano trovare una nuova grande vena compositiva. Il risultato è il loro più grande successo, il loro primo singolo in testa alle classifiche inglesi.
Il titolo di questa canzone, If you tolerate this, your children will be next, viene da un manifesto del Fronte Popolare durante la Guerra Civile Spagnola. Vi era ritratto il cadavere di un bambino e, sullo sfondo, uno stormo di bombardieri. In basso la frase che dà il titolo alla canzone come slogan.
Il verso all’inizio della canzone, “se posso sparare ai conigli, posso anche sparare ai fascisti”, era stato pronunciato da un contadino gallese che si era arruolato volontario con il Fronte Popolare. Secondo Nicky Wire, bassista della band, una delle fonti di ispirazione per questo brano, il cui testo non si nasconde dietro giri di parole, è una canzone che proviene da un disco fondamentale nella storia della musica.
Il disco di cui parla Wire è uno di quelli che ogni appassionato di rock dovrebbe avere nella propria collezione, che Rolling Stone nel 2005 inserisce al numero 8 del libro che raccoglie i 500 migliori dischi di ogni tempo e qualche anno prima Il Mucchio Selvaggio aveva messo addirittura al numero 1 tra i 50 dischi da portare su un’isola deserta.
Sto parlando, ovviamente, di London calling.
L’influenza del Clash su tutti i gruppi successivi è enorme. Anche i Levellers che abbiamo ascoltato prima hanno un debito evidente verso di loro. Ed è chiaro anche come tutto il rock debba rendere omaggio a Joe Strummer e soci, se è vero che anche Bruce Springsteen ha aperto un suo concerto a Londra con una versione, a dire il vero non entusiasmante, di London Calling. Non è possibile esaurire qui il discorso su di loro, e torneremo a parlare di loro in futuro.
Potete scoprire tutti gli altri podcast di I giorni cantati sulla pagina Facebook, sul sito del Circolo Gianni Bosio e su igiornicantati.wordpress.com.
Io sono Daniele Funaro e vi do appuntamento alla prossima volta ricordandovi che Londra affonda e io vivo vicino al fiume.
Questa è una puntata di Combat Rock, un podcast de I giorni cantati.
Extra
Parlando sempre dei Levellers, vale la pena di ricordare che una delle loro canzoni migliori della loro storia non è stato originariamente pubblicata su un disco, ma su un singolo che comprai proprio da Rinascita. È uno dei CD a cui tengo di più in assoluto.
Il gruppo politico che viene solitamente affiancato ai Levellers durante la Guerra Civile è quello dei Diggers. Nacquero da una costola dei Levellers nel 1649, tanto che all’inizio si facevano chiamare True Levellers.
La loro piattaforma politica era ancora più radicale: chiedevano infatti l’abolizione della proprietà privata e la collettivizzazione delle terre da coltivare. Sono considerati tra i padri fondatori dell’idea anarchica. La canzone qui sotto fu scritto dal cantautore inglese Leon Rosselson nel 1975 per celebrare le idee le gesta di questo gruppo ed è eseguita da Billy Bragg, una delle figure fondamentali per la musica folk di tutto il mondo.